Cos’è una Opzione? Concetti base sul Trading in Opzioni
Traduzione dal sito di Trading in Opzioni: discoveroptions
Ho deciso di iniziare a scrivere una serie di articoli teorici sul trading in Opzioni.
Siccome voglio esercitare il mio inglese, perchè ritengo che sia tra le armi vincenti per diventare ricco assieme a diverse altre cose, ho deciso di tradurre una serie di articoli che ho selezionato dal panorama formativo mondiale, e nello specifico Americano.
Incominciamo con dei concetti base per poi passare a concetti sempre più complessi.
E’ una iniziativa molto importante perchè questi articoli sono un riferimento importante per chi vuole avvicinarsi al Trading in Opzioni assieme al mio corso Introduttivo al Trading in Opzioni.
Concetti Base sul Trading Opzioni – Cos’è una Opzione?
di Len Yates
Supponi che vuoi vendere qualcosa. E supponi che tu e l’altra parte siate d’accordo per un certo prezzo e per un periodo di tempo entro il quale completare la vendita.
In questo caso tu hai un contratto che è tecnicamente chiamato nel mondo della finanza un Forward Contract (contratto futuro).
Comunque, se sei d’accordo di concedere a qualcuno il privilegio di comprare qualcosa da te ad un certo prezzo e per un periodo di tempo limitato, se e quando l’altra parte accetta di farlo, tu hai in pratica venduto una opzione.
Il proprietario dell’opzione possiede il diritto, ma non l’obbligo, di comprare qualcosa ad un prezzo fissato entro un limitato periodo di tempo.
La parte che vende l’opzione è obbligata a consegnare il bene a cui fa riferimento l’opzione se il proprietario dell’opzione decide di esercitare il diritto che questa gli da.
Il bene oggetto del contratto d’opzione, cioè il bene al quale l’opzione si riferisce e che viene consegnato quando l’opzione viene esercitata, è chiamato “il bene sottostante” o più comunemente “il sottostante“.
Il prezzo al quale il compratore e il venditore avevano stabilito inizialmente per lo scambio del sottostante deve essere rispettato ed è chiamato “strike price“
Per esempio, immaginiamo che io abbia una parte di immobile che vale 100.000 dollari.
Io potrei essere d’accordo di concedere ad una controparte di avere l’opzione di comperare la proprietà da me per, diciamo, esattamente 100.000 dollari in qualsiasi momento per i prossimi due anni.
Lo strike price di questa opzione è 100.000 dollari, il sottostante è la proprietà in questione, e la data di scadenza del contratto è due anni a partire da ora.
Ora riflettiamo perchè io dovrei stipulare un tale accordo?
Dopotutto, se la proprietà incrementa il suo valore nei prossimi due anni, questo apprezzamento di valore verrebbe da me perso perchè io mi sono messo d’accordo stipulando il contratto di opzione di vendere la proprietà alla controparte al prezzo bloccato di 100.000 dollari.
Inoltre io sono obbligato a rimanere il proprietario di quella proprietà, e non posso venderla a nessuno per i prossimi due anni- perchè se il proprietario dell’opzione decide di esercitarla, io sono obbligato a consegnare la proprietà oggetto del contratto, il sottostante.
Pertanto, perchè dovrei mettermi in una situazione del genere, prendendomi tali vincoli?
In primo luogo per il denaro che ricevo.
Un optione ha un valore, e non può essere garantita senza una controparte in denaro.
Potrei aver bisogno di ricevere per esempio, diciamo, 15.000 euro per tenere fede a questo tipo particolare di opzione.
I 15.000 euro sono il premio dell’opzione ed è il prezzo al quale il contratto può realizzarsi.
Quindi se la controparte vuole avere il diritto di avere l’opzione di comprare a prezzo bloccato di 100.000 euro per due anni il mio immobile, egli mi deve versare 15.000 euro.
Il secondo motivo che mi motiverebbe ad essere interessato ad un contratto di questo tipo è che io potrei non volere o non essere in grado di vendere la proprietà in questo lasso di tempo.
In queste circostanze potrei essere felice di ricevere 15.000 euro immediatamente, specialmente se non credo che la casa abbia buone probabilità di apprezzarsi di più di 15.000 euro in due anni.
Cosa succede alla fine del periodo di due anni, quando ci avviciniamo alla data di scadenza dell’opzione?
Se succede che la proprietà si apprezza meno di 15.000 dollari, ho fatto bene a vendere quell’opzione.
Se la proprietà si apprezza esattamente di 15.000 dollari nei due anni io esco dal contratto senza guadagnarci nientee per me sarebbe stata la stessa cosa vendere o non vendere l’opzione.
Infine se la proprietà si apprezza in questo periodo di più di 15.000 euro mi potrei pentire di aver venduto quell’opzione.
Perchè dall’altra parte qualcuno dovrebbe avere interesse a comperare una opzione?
Per una cosa, la leva.
In questo esempio per appena 15.000 dollari un compratore di un opzione di questo tipo può controllare un sottostante del valore di ben 100.000 dollari.
Senza doversi assumere l’onere di diventarne il proprietario, egli ha il diritto di diventarne il proprietario in qualsiasi momento semplicemente esercitando l’opzione e pagando la cifra stabilita dallo strike price dell’opzione.
Supponiamo che durante i due anni, il proprietario dell’opzione cambi idea e non è più interessato a comperare quella proprietà o semplicemente non ha più la capacità economica per acquistarla.
Egli ha una grande flessibilità perchè in pratica lui non si è mai obbligato ad acquistare quella proprietà.
Quindi può decidere di far scadere il contratto, perdendo 15.000 euro senza dover acquistare per forza l’immobile oggetto del contratto.
Questa decisione potrebbe anche essere presa dal proprietario dell’opzione se per esempio dopo due anni l’immobile in questione subisce una svalutazione di, diciamo 30.000 euro.
In questo caso il proprietario dell’opzione non ha convenienza economica ad esercitare l’opzione e decide di limitare la sua perdita ai soli 15.000 euro.
Inoltre, il proprietario dell’opzione può essere convinto che la proprietà si apprezzerà più di 15.000 euro nei prossimi due anni.
Se questa previsione si avvera potrà esercitare l’opzione, comprare la proprietà per 100.000 euro e quindi vendere la proprietà per più di 115.000 euro.
Un altra ragione per acquistare una opzione di questo tipo piuttosto che comperare l’intero immobile è il rischio limitato.
Sebbene gli immobili raramente si deprezzano facilmente, se il valore della proprietà, per qualsiasi motivo, si deprezza al di sotto dei 100.000 dollari, al proprietario dell’opzione non conviene esercitarla.
Perchè dovrebbe pagare 100.000 dollari per qualcosa che può essere acquistato sul mercato a meno di 100.000 dollari?
E se il valore della proprietà scendesse a meno di 85.000 euro, il proprietario dell’opzione sarebbe felice di aver limitato la sua perdita ai soli 15.000 euro che ha pagato per il premio dell’opzione.
Piuttosto di aver acquistato la proprietà e ora aver l’opportunità di venderla a meno di 85.000 euro, subendo una perdita di ben oltre i 15.000 euro.
Lo stike price dell’opzione deve per forza essere precisamente uguale al prezzo di mercato dell’immobile?
Ovviamente no! Io potrei vendere il mio contratto di opzione per esempio stabilendo uno strike price di 110.000 euro – 10.000 euro al di sopra del valore corrente di mercato.
Questa opzione non sarebbe così appetibile sul mercato e quindi mi dovrei aspettare di realizzare un premio di meno di 15.000 dollari.
Introduciamo quindi un altro concetto: quando lo stike price dell’opzione è al di sopra del valore di mercato del bene sottostante l’opzione è detta “out of the money”.
L’esercizio o la scadenza dell’opzione sono le uniche soluzione, destini, possibili per l’opzione stessa?
No, c’è un’altra possibilità!
Se le due parti vogliono e si accordano su un prezzo, il venditore dell’opzione può ricomprare indietro la sua opzione che aveva precedentemente venduto, cancellando ogni diritto ed ogni obbligo fra le parti.
Ancora, per aprire una posizione con le opzioni il compratore (holder) paga al venditore (the writer) una accordata cifra (il premio) per l’opzione.
La seguente tabella riassume i possibili scenari di chiusura di una transazione in opzioni.
Se il proprietario dell’opzione
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Il venditore dell’opzione
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Esercita l’opzione.
Paga per il diritto.
Riceve il sottostante.
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Viene esercitato.
Riceve un pagamento per cedere questo diritto.
Deve consegnare il sottostante.
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Se il venditore dell’opzione è d’accordo, può vendere indietro la sua opzione.
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Compra Indietro l’opzione, e di fatto cancella la posizione eliminando ogni ulteriore obbligazione.
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Non fa niente: permette alla sua opzione di scadere.
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Mantiene la proprietà del suo sottostante.
Trattiene il premio che aveva già incassato al momento della vendita e nessun ulteriore denaro viene scambiato tra le parti
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Le opzioni listate e le opzioni OTC
Nell’esempio visto, una opzione è stata “transata tra due individui.
Il suo strike price e la durata è stata creata da un accordo tra le due parti per incontrare le loro specifiche necessità.
Questo prezzo è stato anche raggiunto tramite una negoziazione.
Il sottostante era uno specifico ed unico pezzo di proprietà.
Le opzioni che sono adattate ad una specifica situazione, con condizioni negoziate, sono spesso chiamate OTC (over the counter).
Come puoi immaginare, questo processo è complesso, e trovare una controparte interessata di solito implica l’intervento di una terza parte.
Questo è il motivo per cui questo tipo di opzioni sono trattate principalmente da grossi investitori istituzionali.
Invece, gli investitori individuali sono più propensi a trattare le opzioni listate (listed options).
Queste sono contratti standardizzati trattati sui mercati e sono disponibili su diverse azioni, indici, bond futures, commodity futures, e currency futures.
Ci sono anche opzioni su tassi di interesse e tassi di inflazione.
Con le opzioni listate, non ti devi preoccupare per l’affidabilità dell’altra parte della transazione.
Una agenzia specializzata come la Options Clearing Corporation si interpone in ogni singola transazione, garantendo l’affidabilità della transazione sia per il compratore che per il venditore.
Se un proprietario di una opzione esercita la sua opzione, l’agenzia estrae a sorte uno dei tanti venditori che hanno venduto quel tipo di opzione.
E il venditore esercitato è obbligato a consegnare alla controparte il sottostante al prezzo stabilito dallo strike price.
Il proprietario dell’opzione in questo modo non si deve preoccupare neanche di sapere da chi riceverà il sottostante oggetto dell’opzione.
D’altra parte neanche chi vende una opzione (il writer) si deve preoccupare chi l’acquisterà: i suoi diritti verranno automaticamente tutelati dalla agenzia.
Le Opzioni listate hanno diverse caratteristiche interessanti.
Per una certa opzione diversi strike price sono solitamente disponibili a intervalli di prezzo regolari.
Inoltre, diverse differenti durate (espresse come date di scadenza) sono di solito disponibili, seguendo uno stabilito schema.
Per le opzioni su azioni per esempio, un set di opzioni scadono in 30 giorni o meno, un altro set di opzioni scadono entro approssimativamente 31-60 giorni, un altro scade approssimativamente entro 3-6 mesi e così via, arrivando fino a scadenze di 2 anni e oltre.
Ogni opzione listata è standardizzata per la stessa quantità di azione sottostante. Negli Stati Uniti per esempio, una opzione su azione è basata su 100 azioni della società sottostante, e una opzione su futures è basata su un contratto di future.
Grazie alle opizoni standardizzate, i mercati rendono questi contratti molto appetibili a grandi gruppi di investimento, il che risulta in un pesante volume di contratti trattati e questo fa si che il mercato sia caratterizzato da una ottima liquidità.
Siccome il mercato è in costante movimento, i prezzi delle opzioni cambiano in continuazione.
I market makers cioè quelli che fanno il mercato, pubblicano continuamente i prezzi ai quali loro sono disposti a comprare e vendere ciascuna opzione.
Si preoccupano di farti trovare la controparte interessata per chiudere il contratto, e quindi realizzano l’incontro tra domanda e offerta (per questo si chiamano market maker) per le opzioni di cui sono responsabili.
Questo permette ad un possessore di una opzione di vendere la sua opzione in qualsiasi momento e un venditore di una opzione può comprare in ogni momento l’opzione che aveva venduto per chiudere la sua posizione in qualsiasi momento.
Nell’esempio dell’immobile discusso sopra, è molto probabile, anzi auspicabile, che il possessore dell’opzione eserciterà la sua opzione prima della scadenza.
Invece, la maggior parte delle opzioni listate non vengono quasi mai esercitate dal possessore, che semplicemente le rivende molto più spesso sul mercato.
Molte di queste persone sono speculatori che mantengono il possesso dell’opzione per un breve periodo di tempo.
Una volta che il sottostante compie un movimento nella direzione auspicata (o forse un movimento nella direzione sbagliata) essi vendono le opzioni che possiedono.
In un certo senso le opzioni sono come “patate bollenti” che sono scambiate tra diversi speculatori. E questo costituisce una grande porzione dei volumi scambiati.
Un’altra grande sorgente di volume scambiato è costituita dagli investitori istituzionali, che possono utilizzare le opzioni per proteggere grosse posizioni di portafoglio (titoli azionari) oppure speculano con le Opzioni.
Fino ad ora abbiamo parlato soltanto di opzioni di acquisto.
Le Opzioni che danno il diritto di acquistare qualcosa a un prezzo stabilito entro una certa scadenza sono chiamate Opzioni Call.
C’è però un altro tipo di Opzione che da il diritto di vendere un qualcosa ad un prezzo stabilito entro una certa scadenza: le opzioni Put.
Piano piano andremo nello specifico, ma se vuoi subito conoscere le regole di base delle opzioni oppure approfondire questi concetti, ti consiglio senza ombra di dubbio il mio Videocorso Introduttivo al Trading in Opzioni.
Il Videocorso Introduttivo al Trading in Opzioni è Ideale a chi si avvicina per la prima volta al mondo delle Opzioni e ti permette di approfondire le regole basilari che governano questo tipo di contratti.
Questo Videocorso approfondisce e chiarische le dinamiche di base ed è assolutamente necessario per chi vuole incominciare a guadagnare con le Opzioni, dapprima con delle tecniche semplici e anche con strategie via via più complesse.
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Michele Russo
Direttore di Tradingfurbo.net